Alla ricerca del tempo perduto

Il trascorrere del tempo non è più lo stesso .Ho dovuto guardare sul cellulare che giorno fosse:è il 27 marzo , è venerdì.Sta già passando un’altra settimana, ma in questi giorni tutti uguali si fa fatica a distinguere .

Ho fermato l’attenzione su una frase di Herman Hesse che ho letto questa mattina: “Il tempo era spento, anche se gli orologi battevano le ore”.Lui ne parla perché fortemente attratto da una ragazza che sta accompagnando a casa .

Qui e ora la situazione è diversa, ma la frase è comunque valida: il tempo è spento.E’ così.Mi alzo quando sono stanca di stare a letto,perché tanto non ho granché da fare . Leggo,cammino per la casa facendo un po’ di ginnastica ,preparo qualcosa da mangiare, ascolto un po’ la radio, rifletto, telefono…tutto in un tempo sospeso,quello della giornata,un tempo lungo in cui non ha più importanza la domanda : che ora è?

Per una come me questa è una novità, abituata come sono a uscire con l’orologio al braccio,a far cose in casa tenendo sotto controllo l’orologio appeso in cucina, perché la giornata era scandita da azioni che avevano una durata:il tempo per la lettura, quello per la spesa,quello per il volontariato, quello per il pranzo, quello per le due trasmissioni dopo il TG, quello per la nipotina o per il ritrovo con le amiche…adesso tutto ciò è caduto.Non ha più senso controllare l’orologio.Il tempo è spento.

In momenti come questo la cosa ha un sapore piacevole. Rifletto,sto con i miei pensieri. Ma a volte sento una sorta di struggimento per la vita che era “più vita”e per il tempo che acquistava valore perché mi permetteva di agire a contatto con gli altri.

Carmen

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