La confraternita dell’uva
Pretesto per far partire il romanzo è un litigio, quello tra Nick Molise e consorte, uno dei tanti , ma che questa volta porteranno Henry , scrittore di successo , a tornare a casa per risolvere i problemi dei genitori.
Qui inizia il viaggio alla riscoperta delle proprie origini, faccia a faccia con la vera famiglia: due fratelli problematici, una sorella pressoché anonima, una madre vecchio stile e soprattutto lui, Nick Molise, il vero protagonista della storia.
Alcolizzato, dispotico,volgare,ignorante, maschilista e autoproclamato “miglior scalpellino d’America”, questo è papà Molise, montanaro d’Abruzzo emigrato nelle Americhe a tirar su muri e a ubriacarsi col chiaretto di Angelo Musso al Caffé Roma, tana di compari di ugual rango e cultura, l’indimenticabile “ Confraternita”del titolo.
Un uomo che, nonostante la sua condotta di vita poco edificante, non viene condannato dal figlio; anzi colpisce l’amore incondizionato che emerge nei confronti di questa figura spigolosa.
Il cuore de La confraternita finisce così per essere il rapporto tra padre e figlio.
Lo scontro non solo tra due generazioni ma tra due culture, la prima contadina, emigrata, salda su pochi semplici principi; l’altra di americani di seconda generazione che si sono conquistati un posto al sole e guardano alle proprie origini con sospetto.
Si ride di questa famiglia, anche se in fin dei conti nessuno fa niente per far ridere, ma l’abilità nel descrivere i fatti di vita quotidiana con comicità, sarcasmo ed emozione, tengono il lettore incollato alle pagine che scorrono veloci sotto gli occhi , una dopo l’altra finché non si arriva alla fine.
Laura