E’ successo tutto all’improvviso, una caduta rovinosa sulla pista del patinoire ,un dolore lanciante all’anca, poi il ricovero e l’intervento.
Io , così attiva e dinamica , sempre in giro per il mondo , costretta temporaneamente ad un’immobilità forzata.
In questo momento di triste mestizia come capisco la povera “Luisa Pallavicini caduta da cavallo”.
Provo a immaginare la nobildonna sprofondata nel suo letto di dolore tra cuscini di trine e merletti, che impreca verso il fato avverso.
”Mia preziosa amica di sventure , non si butti giù in cotal modo, non è da lei, cerchi schemi di maglia per tenere occupate le sue illustri e operose manine, lucidi le sue perle , inviti amici e quando le forze le saranno ritornate potrà finalmente affrontare lo scalone del 600 che la separa dalla vita mondana della quale ella, mia cara amica, è dea incontrastata e superba.”
Io, privata dell’elogio galante di certa poetica settecentesca, mi tufferò nella lettura, vedrò qualche film, seguirò la politica e mediterò.
Con la cultura può bastare. Da qui in poi mi dedicherò al mio benessere; quella crema fantastica per il corpo che giace da tanto tempo ignorata sul mio comodino potrà finalmente trovare una collocazione, l’olio di mandorle dolci curerà la mia ferita e la maschera al burro di karitè renderà la pelle del viso più luminosa.
Un pantalone della tuta caldo e protettivo nasconderà il risultato dell’odiosa caduta e un paio di scarpe da ginnastica mi terranno ben salda al terreno.
Per muovermi mi saranno di aiuto due stampelle e un orrido deambulatore; ci vorrà tempo e pazienza, ma recupererò il mio femore fratturato e rifiorirò a nuova vita.
Certo non avrò un poeta che mi dedicherà un’ode, né divinità benefiche che mi porteranno balsami e lini per risanarmi, ma ho qualcosa di più prezioso: le amiche , quelle che corrono al bisogno e sono lì per aiutarti.
Che belle amiche che ho, che belle risate e che bei cuori, che bei viaggi ,che bei giorni insieme a loro, perfette, vicine, splendide; un privilegio.
Sono loro le mie Grazie.
Io