Perché ogni giorno una molteplicità di giovani donne si accompagna con uomini più grandi
L’allungamento della vita media, il benessere economico e l’enorme libertà di fare ciò che vogliamo, per molti maschi over sessanta hanno reso possibile l’alternativa ottimale: la fuga dettata da un nuovo amore.Sessantenni in balia delle pulsioni, disorientati dal non sentirsi più così giovani ma non ancora vecchi, spesso influenzati da eccitanti illusioni e da impulsi irrazionali si convincono di essere pronti a rimettersi in gioco tra dubbi e angosce: ” Che faccio vado, non vado. Anzi, resto.”Per un’ultima volta questi “adolescenti di ritorno”, affrontando tempeste emotive cui non erano preparati, inseguono l’amore non come avventura fine a sé stessa, ma come possibilità di un ultimo percorso a fianco di una donna che rinnovi in loro gli stimoli dell’eccitazione, del sentimento ritrovato, delle emozioni che si credevano perse e della condivisione di passioni che entusiasmino questa seconda vita, libera da problemi di ordine quotidiano (lavoro…figli…bilanci…ecc..).
Concedersi lo sfizio di attrarre a sé, con leggerezza, una giovane donna, è un meccanismo di potere e la giovane donna che sta al gioco lo fa solo calcolandone i benefici, senza domandasi se può, se è lecito che lo faccia. Denaro a disposizione e facile ammirazione del loro corpo, sono i motivi principali che spingono queste giovani donne ad accompagnarsi a chi ha, a sua volta, altre sindromi: il mito della giovinezza attraverso un’altra giovinezza, il mito della dimostrazione della virilità, il mito di poter tornare indietro nel tempo.L’amore, il nobile sentimento, non ha mai spazio in una simile relazione.Di sicuro può esistere una fascinazione, anche un’attrazione marcata, ma parlare di sentimenti è azzardato. È la partenza che è sbagliata, è un futuro che non ha la possibilità di essere tale e che diventa il freno all’espansione del sentimento.
Se tanti uomini, nello stesso periodo di vita, vivono situazioni analoghe, vuol dire che non si tratta di incidenti privati ma di tappe di un percorso condiviso e in parte inevitabile.E allora forse conviene fermarsi a valutare il fenomeno, sperando che le patologie che lo accompagnano e spesso il ridicolo che suscitano, possano far prendere coscienza che esiste.
E alle donne lasciate che dire ? Di riaffermare la propria dignità , consce che alla “stazione dei sessanta” fermano ancora molti treni, e ribadire con forza , nei confronti di questi uomini che spesso non si assumono nessuna responsabilità “Penelope non abita più qui!”
Alfa 49